Milano, 29 agosto 2018 Il 52% dei consumatori in tutto il mondo utilizza dispositivi IoT, ma il 64% di essi ha già riscontrato problemi di prestazioni, secondo un’indagine globale condotta su 10.000 utenti presentata dalla software intelligence company Dynatrace. In media, le persone incontrano 1,5 problemi di prestazioni digitali ogni giorno e il 62% dei consumatori teme che il numero e la frequenza dei problemi che possono verificarsi aumenterà a causa dello sviluppo dell’IoT.

Per le organizzazioni che implementano strategie IoT, questi risultati indicano la fondamentale necessità di padroneggiare due cose. Innanzitutto, la crescente complessità dell’IT, data dalle nuove tecnologie cloud, microservizi e la pressione per innovare più rapidamente. In secondo luogo, la necessità di costruire un monitoraggio IoT e strategie prestazionali ben pianificate per garantire una delivery delle applicazioni affidabile e una efficiente esperienza digitale.

Dave Anderson, esperto di prestazioni digitali, ha commentato i risultati del rapporto e le sfide che pongono alle imprese, “La catena di delivery dietro ogni dispositivo connesso è estremamente complessa. Le aziende sono già alle prese con la complessità del cloud, ma l’IoT la amplifica con sensori, grandi quantità di nuovi dati e carichi di lavoro dinamici in container”.

“I consumatori stanno già segnalando problemi in diversi contesti, dalle applicazioni medicali, ai contatori intelligenti, dalle serrature per auto e assistenti personali virtuali, ai termostati e frigoriferi intelligenti. La loro pazienza è ai minimi storici e non hanno più intenzione di sostenere un’esperienza di scarsa qualità. Inoltre, non abbiamo ancora visto l’IoT nel suo pieno potenziale: siamo solo all’inizio. L’imperativo è che le aziende trovino i modi per elaborare, analizzare e gestire la catena di delivery dell’IoT in maniera olistica e con insight approfonditi, in modo che sappiano esattamente cosa sta succedendo e dove si presentano i problemi in tempo reale. Questa non è una sfida semplice”.

IoT on the road

I failure delle performance digitali che i consumatori stanno già sperimentando con la tecnologia di tutti i giorni li stanno rendendo cauti su ulteriori utilizzi dell’IoT. L’85% degli intervistati ha dichiarato di essere preoccupato che le auto a guida autonoma possano non funzionare correttamente, causando collisioni ad alta velocità. Ancor più preoccupante, il 72% ritiene probabile che i problemi tecnici del software nelle auto a guida autonoma possano causare lesioni gravi e incidenti mortali. Inoltre, l’84% dei consumatori ha dichiarato di non utilizzare questo tipo di auto proprio a causa del timore di problemi software.

“La realtà è che i problemi tecnici dell’IoT potrebbero essere fatali. I consumatori sono comprensibilmente preoccupati ed è per questo che sarà importante per il settore automotive dimostrare che sta adottando un approccio più concreto per garantire che il software non comprometta la nostra sicurezza”, ha proseguito Anderson.

A parte le auto a guida autonoma, l’86% dei consumatori ha espresso preoccupazione per il fatto che le serrature digitali possano lasciarli chiusi fuori dai loro veicoli, mentre il 67% prevede gravi disagi sulle strade a causa di possibili problemi con i semafori intelligenti delle smart city.

L’IoT in ambito sanitario

Le preoccupazioni relative alle prestazioni dell’IoT sono state evidenziate anche quando ai consumatori è stato chiesto di parlare di salute, un’altra area in cui i problemi legati al software generano una significativa apprensione. Il 62% dei consumatori ha dichiarato di non fidarsi dei dispositivi IoT per la somministrazione di farmaci; questo sentimento è più forte nella fascia di età oltre i 55 anni, con il 74% che esprime sfiducia.

Lo studio evidenzia anche preoccupazioni specifiche sull’uso dei dispositivi IoT per monitorare le funzioni vitali, come la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. L’85% dei consumatori si è detto preoccupato che i problemi di prestazioni con questa tipologia di dispositivi IoT possano compromettere i dati clinici.

L’IoT in casa

Oltre ai settori automobilistico e sanitario, anche la casa sarà trasformata dall’IoT. Le serrature intelligenti sono utilizzate per la sicurezza, mentre altri dispositivi IoT controllano termostati, illuminazione e telecamere. Tuttavia, la ricerca ha rivelato che l’83% dei consumatori è preoccupato di perdere il controllo della propria smart home per problemi delle prestazioni digitali. Più nello specifico, il sondaggio ha mostrato che per i timori legati a malfunzionamenti della tecnologia IoT:

  • il 73% dei consumatori teme di rimanere bloccato dentro o fuori dall’abitazione a causa di bug tecnologici
  • il 68% degli intervistati è preoccupato di non poter gestire la temperatura della propria abitazione
  • il 64% degli utenti teme di non essere in grado di controllare le luci nell’abitazione
  • l’81% delle persone è preoccupato che problemi tecnologici o di software con i contatori intelligenti portino a costi esorbitanti per gas, elettricità e acqua.

Dave Anderson ha dichiarato: “I vecchi modi di gestire IT e software non funzionano più contro questo ambiente IT estremamente complicato. L’IoT crea molti punti ciechi e un ulteriore livello di complessità. Ecco perché i primi ad aver utilizzato l’IoT con successo ritengono che l’intelligenza artificiale sia la risposta; per dare un senso alla complessità, mappare l’ambiente IT end-to-end, rilevare i problemi all’istante e con precisione e offrire risposte per una rapida risoluzione. Questo è l’unico modo per padroneggiare l’era dell’IoT. I consumatori vogliono esperienze IoT perfette. E’ necessario diventare padroni di questo nuovo universo IT o perderemo le opportunità che l’IoT offre”.

Per scaricare il rapporto “IoT Consumer Confidence Report: Challenges for Cloud Monitoring on the Horizon”, è possibile visitare: https://info.dynatrace.com/global_all_whitepaper_iot_consumer_confidence_report_11442_registration.html

Questo rapporto, commissionato da Dynatrace, si basa su un sondaggio online condotto da Opinium Research con 10.002 intervistati di cui 2.000 nel Regno Unito, 2.000 negli Stati Uniti e 1.000 rispettivamente in Francia, Germania, Australia, Brasile, Singapore e Cina. I rispondenti alla survey sono 4.696 uomini e 5.206 donne, raggruppati per età (18-34, 35-54 e 55+).